Verginità nelle seconde nozze libro digitale pdf
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ENCICLICA DI PAPA PIUS XII SULLA VERGINITÀ CONSACRATA AI NOSTRI VENERABILI FRATELLI, PATRIARCHI, PRIMATI, ARCIVESCOVI, VESCOVI E ALTRI ORDINARI LOCALI IN PACE E COMUNIONE CON LA SEDE APOSTOLICA
1. La santa verginità e quella castità perfetta che è consacrata al servizio di Dio è senza dubbio tra i tesori più preziosi che il Fondatore della Chiesa ha lasciato in eredità alla società che ha istituito.
2. Questo è sicuramente il motivo per cui i Padri della Chiesa hanno affermato con sicurezza che la verginità perpetua è un dono molto nobile che la religione cristiana ha elargito al mondo. Essi hanno giustamente notato che i pagani dell’antichità imponevano alle Vestali questo stile di vita solo per un certo periodo di tempo;[1] e che, sebbene nell’Antico Testamento la verginità sia ordinata di essere mantenuta e conservata, essa è solo un requisito precedente al matrimonio;[2] e inoltre, come scrive Ambrogio,[3] “leggiamo che anche nel tempio di Gerusalemme c’erano delle vergini. Ma cosa dice l’Apostolo? ‘Ora, tutte queste cose accaddero loro in figura’,[4] affinché ciò fosse una prefigurazione di ciò che sarebbe accaduto in seguito”.
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Lo stato di verginità è indubbiamente raccomandato nelle Sacre Scritture, sia da nostro Signore che da San Paolo, ma i dotti hanno opinioni diverse circa le usanze e le regole originarie osservate dalle vergini nelle prime epoche. Alcuni ritengono che fin dall’inizio fosse consuetudine per loro fare una professione solenne di vita verginale e vivere insieme in comune. Altri ritengono che i loro voti fossero privati e che vivessero a volte insieme, a volte nelle case dei loro genitori. Altri ancora, ritenendo che non ci fosse altro che un semplice proposito da parte delle vergini, indicato dal velo e dalla semplicità del loro abbigliamento, attribuiscono i primi inizi della vita comunitaria a Sant’Ambrogio stesso.
La prima opinione è difficilmente sostenibile per quanto riguarda una professione che era nota. Le affermazioni contenute nei primi Atti dei martiri devono essere considerate con sospetto, poiché gran parte di questa classe di scritti è spuria. Anche le dichiarazioni dei Padri e dei Concili difficilmente stabiliscono qualcosa su questo punto più che sul secondo menzionato sopra.
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AbstractLe frasi che si riferiscono alle persone che avranno uno “sposo purificato” in cielo sono di solito ritenute rivolte solo agli uomini, a causa di un’associazione fondamentalmente errata della purezza con la verginità, attribuendola così alle donne. Tuttavia, il concetto di “purezza” onnipresente nel Corano è quello ben più ampio di rettitudine e non è mai usato per riferirsi alla verginità. Sia agli uomini che alle donne sono promessi “sposi/matrimoni purificati”, sia che si tratti di un coniuge retto del proprio tempo sulla terra, sia che si tratti di un coniuge tra gli esseri celesti, chiamato hoor o hooris. La verginità, intesa come rinascita e giovinezza eterna in Paradiso, si applica sia alle donne che agli uomini, che si dice corrispondano qualitativamente come coppie. Inoltre, il mito delle “72 vergini in Paradiso” per un martire (presumibilmente maschio) è proprio questo, non compare da nessuna parte nel Corano.Parole chiave
argomenti che vengono oltraggiosamente messi alla porta del Corano, ma che si può fare. Come un paio di altri prima di esso, anche questo mito deve purtroppo essere affrontato a causa della sua diffusione dopo l’11 settembre.Nota 1Il senso comune e il Corano stesso ci dicono che la promessa del Paradiso è fatta sia alle donne che agli uomini che se lo guadagnano attraverso le scelte che fanno durante la loro vita sulla terra, e che la ricompensa è la stessa per entrambi. Abbiamo già visto questa evidente verità esplicitamente articolata in vari versetti del Corano citati in questo libro, e ce ne sono molti altri. Allora perché quando arriviamo alle descrizioni di questo Paradiso, improvvisamente percepiamo le circa tre dozzine di casi di questi nel Corano come se si rivolgessero solo agli uomini? È colpa della programmazione sociale. Strati di nebbia patriarcale si sono accumulati sulle nostre menti nel corso dei secoli e ci hanno lasciato effettivamente programmati per ascoltare qualsiasi descrizione del Paradiso nel Corano come se si rivolgesse solo agli uomini, il che è logicamente impossibile. Il Corano si rivolge occasionalmente agli uomini in modo specifico, come quando descrive le spose femminili
[il poema dell’uomo-dio / serie 1 / pre-vangelo
Sunan Ibn Majah 1845È stato narrato che:Alqamah bin Qais disse: “Ero con Abdullah bin Masud a Mina e Uthman lo prese da parte. Io ero seduto vicino a lui. Uthman gli disse: “Vuoi che ti faccia sposare con una giovane vergine che ti ricordi com’eri in passato?”. Quando Abdullah vide che non gli diceva altro, mi fece un gesto, così mi avvicinai ed egli disse: “Come dite voi, il Messaggero di Allah ha detto: “O giovani, chi di voi può permetterselo, si sposi, perché è più efficace per abbassare lo sguardo e proteggere la castità. Chi non può permetterselo, lo lasci digiunare, perché diminuirà il suo desiderio”. ‘ “
Sunan Ibn Majah 1848È stato narrato che:Sa’d disse: “Il Messaggero di Allah disapprovò il desiderio di Uthman bin Maz’un di rimanere celibe; se gli avesse dato il permesso, ci saremmo fatti castrare”.
Sunan Ibn Majah 1849È stato narrato da Samurah che: il Messaggero di Allah (ﷺ) proibì il celibato. Zaid bin Akhzam aggiunse: “E Qatadah recitò: ‘E in effetti abbiamo inviato Messaggeri prima di te (o Muhammad (ﷺ)), e abbiamo creato per loro mogli e prole'”.